nell’ambito di Go Dai Fest
Cinque serate con cinque direttori artistici speciali: Fritz da Cat, Enrico Gabrielli (Der Maurer), Roberta Sammarelli (Verdena), Xabier Iriondo (Afterhours), Giulio Ragno Favero (Il Teatro degli Orrori).
E il gran finale con Manuel Agnelli (Afterhours).
Da un‘idea di Daniele “ilmafio“ Tortora e Rodrigo D‘Erasmo.
La meccanica quantistica immagina il vuoto pervaso da continue fluttuazioni energetiche dalle quali si genera materia. Materia ed energia che emergono dal nulla in modo spontaneo e senza motivo un istante dopo essere apparse vengono distrutte e ritornano nel nulla. Il vuoto sembra tranquillo e calmo su scala macroscopica come appare piatto e uniforme il mare visto da un aereo che vola ad alta quota, mentre se si stesse su una barchetta esso si mostrerebbe ben diverso, con onde e flutti anche di notevoli proporzioni. Allo stesso modo, se lo potessimo guardare da vicino, il vuoto apparirebbe un mare in tempesta ribollente di ogni sorta di manifestazioni stravaganti, fenomeni che avverrebbero da sempre e in ogni dove. Lo spazio vuoto appare tale solo perché la creazione e la distruzione incessante di particelle si verifica in esso su intervalli temporali brevissimi (istantaneamente ed improvvisamente).
All‘interno di GO DAI il “vuoto istantaneo ed improvviso“ di Xabier Iriondo è formato da musica, pittura, visual e danza e si materializza così:
– DAMO SUZUKI NETWORK (Damo Suzuki, Manuel Agnelli, Cristiano Calcagnile, Roberto Dell’Era, Rodrigo D’Erasmo, Xabier Iriondo, Gianni Mimmo) – improvvisazione
– FUZZ ORCHESTRA – avant heavy rock trio
– MISTAKING MONKS (Gianni Mimmo, Cristiano Calcagnile, Xabier Iriondo) – free jazz + visuals
– GIANO (danza di Maddalena Gana, azione di Giordano Giorgi, suono di Marco Carcasi)
Xabier Iriondo
Giano nasce nel 2004 dall’unione del performer Giordano Giorgi e della danzatrice Maddalena Gana. Negli anni realizza spettacoli e performance in Italia e all’estero. Indaga il doppio, l’universo sotterraneo e la realtà materica; manifesta la relazione maschile-femminile. In Contengo_opera alchemica sulla trasformazione, l’ultimo progetto durato cinque anni, Giano ha esplorato in cinque spettacoli i cinque elementi della natura, raccogliendo intuizioni in viaggi attraverso il mondo. Sviluppa il rapporto tra corpo e suono con la collaborazione di musicisti dal vivo (tra cui Roberto Bellatalla, Mattia Coletti, Xabier Iriondo, Kar).
Mistaking Monks è musica ed immagini, le delizie dell’incerto e della molteplicità. Dei contorni intrattenibili, un focus mobile, un opaco abbraccio e un tempo palindromo. Come se l’aria fosse di finissima sabbia in sospensione e con improvvisi squarci puliti, di una nitidezza insostenibile. Una ricezione ipnotica, una meditazione forse, ospita una musica mantica che procede per straordinari strappi e lievi ri-allineamenti, sempre insostanziali. E una singolare/triadica appartenenza.
www.amiranirecords.com/gianni.html
www.xabieririondo.com
I Fuzz Orchestra sono sempre tre, ma fanno sempre più rumore: una chitarra satura di fuzz (va da sé), una batteria e un noisepiano fatto di giradischi, radio, lettore cd, effetti, mixer e quant‘altro. Una sorgente di dialoghi cinematografici, estratti di documentari, suoni d‘ambiente e rumori, suonata e amplificata come fosse uno strumento. Frammenti politici di Italia che producono senso, dialogano con chitarra e batteria e moltiplicano la potenza già enorme dei loro fendenti. Riff hard monolitici, accelerazioni, stasi tesissime, ritmi ossessivi, sventagliate di sax. Questo è il sound dei Fuzz Orchestra che, a dicembre, usciranno con il loro terzo disco.
www.myspace.com/fuzzorchestra
Quando lasciò i Can dopo l‘album “Future Days” la figura di Damo Suzuki era già così venerata che l‘iconoclasta per antonomasia John Lydon (poi Rotten con i Sex Pistols) si propose come suo sostituto. Mark E Smith, l‘altro grande antipatico del punk inglese, gli ha dedicato una canzone (I am Damo Suzuki) e i Can sono citati come influenza e gruppo più amato da una miriade di gruppi a partire da Joy Division e Julian Cope (Can-head per sua stessa definizione) fino ad arrivare a Radiohead passando per Blonde Redhead. James Murphy, produttore, remixer supremo e leader degli LCD Soundsystem sfoggia con orgoglio la t-shirt di “Future Days” in decine di foto promozionali e il primo concerto dei Can è citato nel testo di “Loosing My Edge” come uno dei momenti più importanti della storia del rock.
Non è facile spiegare il motivo di tanta stima, né definire a parole la musica dei Can. Bisogna solo ascoltare senza pregiudizi e la loro discografia si rivela come una sterminata miniera di grandissima musica e idee seminali, nel senso che le loro intuizioni sono veramente dei semi dai quali sono germogliati migliaia di dischi, gruppi e composizioni. La loro forza era un collettivo straordinario e una capacità di improvvisare mai più eguagliata. L‘improvvisazione o per usare le parole di Damo la “composizione istantanea”, appunto, è il cuore della musica dei Can. Tre dischi soprattutto hanno creato la leggenda: “Tago Mago”, “Ege Bamyasi” e “Future Days”. Damo Suzuki è la voce e il volto di questi dischi e il suo posto nella storia del rock è inciso col fuoco. Oggi Damo è un vagabondo della musica: si muove di città in città, di nazione in nazione, di continente in continente appoggiandosi a una rete di musicisti straordinari.
www.damosuzuki.com