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Squartet + mOe + The Observatory

martedì 23 Aprile
21:00

Il 23 aprile salgono sul palco dell’Angelo Mai Altrove Occupato tre band che propongono, ognuna a proprio modo, una rilettura del rock secondo declinazioni originali, combinando ricerca musicale e coinvolgimento del pubblico. I live di Squartet (Roma), mOe (Oslo) e The Observatory (Singapore) sono diversi tra loro nei contenuti ma rivelano un approccio simile, quello di una generazione di musicisti e prima ancora di ascoltatori che è cresciuta nel “post”, nella contaminazione degli anni ‘90 e che si esprime con un vocabolario originale. Non più un cut-up, ma un nuovo organico.

Squartet [Roma]
Formati a Roma nel 2004, gli Squartet propongono brevi composizioni per tre strumenti in cui la lezione rock viene riletta alla luce di quei generi cosiddetti “di rottura” apparsi negli ultimi trent’anni. La vera missione del trio è superare gli sperimentalismi e ridefinire il concetto di “orecchiabile”, “ballabile”, attingendo a quell’ universo che circonda la musica contemporanea.
A maggio 2005 gli Squartet pubblicano il primo omonimo album, prodotto dal network di musicisti Jazzcore Incorporati. Composto in meno di un mese, riceve ottimi riscontri dalla critica specializzata per la rivisitazione della classica forma canzone, di cui abbozza i tratti, giocando con gli stili e stravolgendone i connotati. Il disco ottiene una nomination al Premio “Fuori dal Mucchio” (patrocinato dal MEI) per miglior album d’esordio del 2005. Danno quindi inizio a un’ intensa attività live, grazie alla quale entrano in contatto con molti artisti e gruppi attivi nel panorama europeo.
Uwaga! (2008) è il secondo lavoro: distribuito da Waysidemusic per gli Stati Uniti (Soft Machine, Doctor Nerve, Fred Frith), in Italia è in catalogo con Goodfellas. L’ album è frutto dell’ esperienza di tre anni di sala prove e tour; è stato registrato al Locomotore di Roma e masterizzato da Maurizio Giannotti presso il Newmastering di Milano, con la grafica di Fuz & Gorcin Zec (Quartopiano, Parigi).
Il 23 aprile all’Angelo Mai Altrove Occupato la band presenterà in anteprima brani del nuovo album, in uscita in autunno.
Fabiano Marcucci – basso
Manlio Maresca – chitarra
Marco Di Gasbarro – batteria

mOe [Oslo, noise rock]
La band norvegese mOe è nota per la capacità di affiancare al minimalismo delle sue composizioni approcci sperimentali e alternativi che sfuggono alla classificazione di genere rock. Molestano i loro strumenti ad alto volume e violentemente, conducendo l’ascoltatore verso una sana follia.
Con innumerevoli collaborazioni che trascendono i confini di rock e noise il gruppo ricerca, nell’esecuzione musicale, la presenza assoluta e totalizzante. Lavorando prettamente secondo i principi del “do it yourself”, i mOe si aggirano in un paesaggio imprevedibile, rumoroso e oscuro, guidati da una fame di musica ad ampio spettro. DNA, Melvins, Fe-­-mail, Swans, Otomo Yoshihide, Fred Frith, e Black Sabbath hanno segnato con un forte impatto le loro vite musicali. Ma ancor prima e maggiormente è la vita della musica alternativa che alimenta la passione dei mOe. Formatisi nel 2008, hanno prodotto un 7 pollici, “Lies” (2009), un LP: “It Pictures” (2011), e un singolo, “Left to swallow” (2012).

The Observatory [Singapore, experimental / neo-psychedelia]
The Observatory è un gruppo di avant rock indipendente e di musica sperimentale di Singapore, formato da fan delle più significative band nazionali degli anni ‘90. Il principio cardine del gruppo, nato nel 2001, è spingersi oltre i confini individuali e collettivi. Lo scopo non è solo creare musica che tratti temi universali o scrivere della vita secondo un punto di vista squisitamente singaporiano, ma spezzare l’inibizione, la convenzione, e la meccanicità che caratterizzano la produzione commerciale.
Il gruppo trae ispirazione dalle proprie radici del Sudest asiatico e da un’inevitabile dieta musicale postcoloniale. The Observatory fonde strutture non convenzionali, ritmi asiatici, arrangiamenti coraggiosi, improvvisazione, pensiero ed espressione, partendo da stili casuali per arrivare a una mistura di estremi emozionalmente potenti, malati e rabbiosi da un lato, ossessivi e malinconici dall’altro. Il cuore e l’anima dei The Observatory è in costante reinvenzione. Ad ogni uscita i membri hanno proseguito sulla loro strada di sperimentazione sulla forma canzone, spingendo la loro musica fuori dei limiti, creando un ricco repertorio dalle tessiture complesse in un tour de force sonoro di canzoni visceralmente emozionali e taglienti nella loro desolazione. Il loro ultimo album, Catacombs, è uno studio sulla delusione, l’insanità e l’ossessione, che provoca e ispira in un modo profondamente enigmatico e anche nel suo momento più freddo e astratto rimane profondamente umano.