Retro-futurist, chitarre sognanti, sintetizzarori, voci ipnotiche e suoni psichedelici, un astratto dreampop, tra spazio e realtà
Lilies on Mars sono Lisa Masia e Marina Cristofalo, musiciste con sede a Londra affascinate dallo spirito DIY, hanno prodotto e mixato il loro debut album in aprile 2009, masterizzato da B. Gautier, produttore di Cure, Paul McCartney, Fleet Foxes e John Peel. Lo stesso anno le Lilies debuttano live con Franco Battiato al teatro Le Cigale di Parigi per poi continuare il loro tour in UK, Italia, Germania e USA. Nel 2010 vincono il contest Romaeropa Webfactory re-interpretando il brano di Christian Fennezs “The Seventh string” con il quale si esibiscono al Palladium di Roma. Fennezs dice di loro: “Sono stato colpito immediatamente dal loro remix. Hanno colto in modo molto bello l’atmosfera e lo spirito della composizione originale e lo hanno trasferito in qualcosa di interamente nuovo, allo stesso tempo unico e bello“.
Nel luglio del 2011 esce “WishYou Were a Pony”, secondo lavoro autoprodotto dal duo, mixato da Dan Brantigan ( musicista e co-writer di Kaki King ) a New York. “Aquarium’s Key” e “Crabs”, singoli estratti dal disco, sono stati presentati in UK da Tom Robinson e Ruth Barnes su BBC 6 Music : “ We LOVE this band.. how could you NOT like the almost perfect slice of indie-pop that this girls dish up.” Sono state ospiti delle radio sperimentali e di culto londinese Resonance FM, Amazing radio, Strangeways radio e IATP negli Stati Uniti.
Nel marzo 2012 suonano 5 showcases al SXSW Festival in Austin TX, con Ringo Deathstarr, Cashier n9, Alpine, Kidstreet e Silver Swan. A marzo 2013 torneranno in tour negli Stati Uniti e al SXSW con IATP. Le Lilies stanno ultimando i mix del loro terzo album. “Oceanic Ladscape”, quarta traccia del disco, vanta della prestigiosa partecipazione di Franco Battiato, con il quale le Lilies saranno in tour da gennaio 2013.
Un ibrido fra dream pop, folk, psichedelia e shoegaze sviluppato in composizioni aggraziate e intriganti nelle loro trame ricche di preziosi dettagli che si dispiegano fra momenti scarni e brevi esplosioni di vigore ritmico e chitarristico. Superiori alle sopravalutatissime Cocorosie. – IL MUCCHIO
Wish You Were a Pony è la quintessenza di quest’idea: l’eleganza, gli arrangiamenti ragionati, le melodie mai banali, uniti al fascino delle linee vocali. Tra Kazu Machino e Aggi riescono a spiazzare con audacia. Provate senza indugi… – Giorgio Moltisanti, RUMORE
Wish You Were a Pony è un album dream pop concreto. Caratterizzato da un eterogeneità lampante, riesce a tenere sveglio l’ascoltatore. Il lato prettamente riguardante la composizione analogica ricorda moltissimo i Cranes, e questo fa onore alla giovane band. – Roberto Strino, ROCKERILLA
Le armonie e l’impianto vocale rimandano piuttosto a Breeders e Pixies, con una vena più sognante e sperimentale che fa pensare a Slowdive e a certo shoegaze. Bizarre. – BLOW UP
I “gigli marziani” mettono in mostra un sound che mescola la psichedelia con il folk e il pop di derivazione anglosassone. Capaci di dare vita a un sound internazionale che trova radici tanto nella sperimentazione quanto nella semplicità. – Giuseppe Fabris, ROLLING STONE
Le Lilies on Mars hanno dato vita ad un lavoro fuori da ogni schema e che al primo ascolto può risultare difficile, un album che ci ricorda le vie infinite della musica e l’importanza della continua ricerca. – Valentina Tonini, ROCKIT