Il sogno di Zamua – madre sarda e padre burundese – era diventare un calciatore. Presto però si ritrova immobilizzato a letto in seguito a un incidente sul campo di calcio. È proprio durante quella convalescenza che impara a suonare la chitarra e a cantare: «Volevo semplicemente imparare a cantare Redemption Song, Bob Marley era il mio eroe». Forma il primo gruppo (Cantande Reggae) nel 1996, a Nuoro, tra cantine e garage, in un contesto di fermento artistico e creativo delle realtà underground locali. Oggi Zamua è un uomo, vive a Parigi, e ha intrapreso un percorso musicale a metà strada tra pop-folk e soul-jazz; un curioso mélange di generi capace di contorcere i suoni, oltrepassare i codici, offrire una gamma di armonie e di emozioni cariche di storia. La sua musica è dolce e devastante, analogica e digitale. È il riflesso di una vita vissuta nel segno della fusione e dell’incontro. «Sono cresciuto in una famiglia sarda, Ho vissuto il Burundi attraverso le storie di mio padre e le poche foto che aveva portato con sé. Abbiamo perso molti cari durante la guerra e per me resta ancora tutto da scoprire in questo paese». La musica entra a far parte della sua vita quasi come una necessita, il bisogno di costruire un ponte tra le sue diverse radici.
Sempre alla ricerca di sé, Zamua parte in viaggio in compagnia della sua chitarra e della sua voce. Approda in Francia sette anni fa e s’interessa all’immigrazione, con una specializzazione in diritto d’asilo, inizia a lavorare con il Comité d’Aide Aux Réfugiés (C.A.A.R.) e accompagna i richiedenti asilo nelle difficili procedure giuridiche e amministrative volte al riconoscimento dello status di rifugiato. L’esilio e l’immigrazione sono temi che gli stanno a cuore: I Believe è un omaggio vibrante ai suoi genitori e la sua chitarra folk suona la tristezza dell’esilio. Un profumo di evasione avvolge la maggior parte delle sue canzoni, atmosfere eteree attraversate da rapide note elettroniche, che rivelano con chiarezza l’impronta dell’autore. Con la ballata L’inizio, Zamua elogia la forza e le infinite risorse dell’essere umano capace di ritrovare sempre la sua strada anche dopo un fallimento. La sua musica non ha più frontiere e si apre a nuove sperimentazioni con la giovane etichetta, OD MusicLab, con cui lavora da qualche anno e che ha prodotto il suo primo EP, «Litanie». Il suo mini-album d’esordio offre un’immersione musicale atipica tra euforie e litanie, e fa di questo artista un elemento inclassificabile ma indispensabile.