GIOVANNI TRUPPI
presenta
GIOVANNI TRUPPI
etichetta Woodworm
distribuzione Audioglobe
Più di cento concerti in meno di due anni, un crescendo esponenziale dovuto soprattutto al passaparola tra pubblico e addetti ai lavori ed al magnetismo dei suoi live, ora un disco nuovo Rock, avanguardia, e canzone d’autore; poesia e ironia, potenza espressiva e leggerezza, complessità e ingenuità sono i poli attraverso i quali si muovono le sue canzoni, in cui c’è una collaborazione con Antonio Moresco (tra i più importanti ed accreditati scrittori italiani contemporanei) in Lettera a Papa Francesco I – potentissimo inno rock di una portata d’altri tempi che sottolinea quanto abbia rilevanza oltre la musica, la componente letteraria: da ogni canzone emergono vividi personaggi e situazioni che si concretizzano e si insediano nell’immaginazione dell’ascoltatore.
GIOVANNI TRUPPI
è un disco che parla di amore e di sesso, di politica e di Dio, delle donne e degli uomini.
È un disco psichedelico perché è un viaggio dentro, intorno e fuori la coscienza di un uomo e dell’Uomo ed è un disco di musica complessa che arriva dritta al cuore e al cervello.
Prodotto da Marco Buccelli e registrato da Ivan Antonio Rossi presso lo Studio Nero di Roma è una raccolta di dieci canzoni dai molteplici livelli di lettura.
Dall’alt-rock di Stai Andando Bene Giovanni
alla cavalcata r’n’r di Superman, dallo struggente avant-pop di
Pirati alla canzone d’autore di Eva (che sarebbe bello sentire cantata da Mia Martini), dalla lucida descrizione del mondo contemporaneo di Conversazione con Marco sui Destini dell’Umanità alla sfrontatezza goliardica di Hai messo in cinta una scema ed Alieno!, fino alle preghiere in musicaTutto l’universo e Il Pilota è vivo.
La collaborazione con Antonio Moresco (tra i più importanti ed accreditati scrittori italiani contemporanei) in Lettera a Papa Francesco I- potentissimo inno rock di una portata d’altri tempi –
è solo uno degli elementi che sottolineano quanto abbia rilevanza oltre la musica, nelle canzoni di Truppi, la componente letteraria: da ogni canzone emergono vividi personaggi e situazioni che si concretizzano e si insediano nell’immaginazione dell’ascoltatore.
“Ho iniziato a scrivere questo disco nel maggio 2013 ed ho finito a giugno 2014, poco prima di iniziare a
registrare.
L’intenzione era fare un disco con caratteristiche diverse dal precedente sia nei testi che nell’impianto produttivo.
Il mondo è come te lo metti in testa tratteggia un personaggio – vero o fittizio che sia – che si racconta attraverso le canzoni, con questo disco volevo rendere le canzoni indipendenti dal personaggio e porle su un piano avanzato rispetto ad esso.
Dal punto di vista musicale c’era la voglia di esplorare una dimensione che non fosse quella di band (cosa che di fatto Marco ed io siamo stati negli ultimi anni e che Il mondo è come te lo metti in testa rappresenta) e in questo senso, anche se siamo rimasti fondamentalmente gli stessi (salvo le incursioni di Gabriele Lazzarotti al basso e Beppe Scardino al sax), il modo di lavorare è stato differente: gli arrangiamenti sono più
elaborati, ci sono sovraincisioni, abbiamo utilizzato campioni e samples.
Sempre nel maggio 2013 ho acquistato un pianoforte verticale.
Mentre lavoravo al disco, nel corso dei mesi, gli ho segato le estremità destra e sinistra (legno e ghisa) per ridurne l’estensione e renderlo trasportabile e ho creato – con l’aiuto dell’artigiano romano Daniele Pintaldi che si è innamorato della mia idea – un sistema di pick-up magnetici per poter collegare il piano ad un amplificatore e suonarlo come una chitarra elettrica (il tutto è documentato in un diario fotografico su Twitter).
Il piano che si sente nel disco (fatta eccezione per Eva) e che -schiena permettendo – porterò in tour da Gennaio è questo.”
TRACK BY TRACK
1) STAI ANDANDO BENE GIOVANNI
2) SUPERMAN
3) LETTERA A PAPA FRANCESCO I
4) PIRATI
5) ALIENO!
6) CONVERSAZIONE CON MARCO SUI DESTINI DELL’UMANITÀ
7) IL PILOTA È VIVO
8) HAI MESSO IN CINTA UNA SCEMA
9) TUTTO L’UNIVERSO
10) EVA
STAI ANDANDO BENE GIOVANNI
È una specie di mega
DAJE!
che rivolgo a me stesso.
Questo pezzo l’ho scritto a settembre. La canzone parte da un riff di pianoforte che avevo conservato sul telefonino.
L’ho trasportato sulla chitarra e ho iniziato a suonarci la batteria e a cantare partendo da una frase che mi aveva detto un amico.
Ci sono cose così ‘storte’ nel testo e nella musica che quando ho mandato il provino a Marco ero convinto che me la
avrebbe cassata, ma non è stato così. Il fatto che sia stata scelta come primo singolo del disco trovando oltretutto tutti
subito d’accordo lo considero un mistero.
SUPERMAN
L’ho scritta di getto in una notte, non mi era mai successo. Ho iniziato a cantarla in macchina e ho finito quando sono
tornato a casa. Ero molto contento, credo che si senta.
Nella mia testa darei per scontato che quando un ascoltatore sente cantare di far l’amore con Superman viene
trasportato in una dimensione dove si perdono se non le strutture della coscienza almeno le distinzioni tra i generi
sessuali; solo mentre aspettavo di sentire cosa ne pensassero altre persone mi sono reso conto più concretamente che
è una canzone dove un uomo (cioè io) urla come un pazzo di quanto gli è piaciuto sognare di fare sesso con Superman
(cioè con un altro uomo se pure col costume da supereroe) e mi sono sentito un po’ in imbarazzo.
La canzone parla ovviamente del sesso e delle sensazioni che il sesso a volte dà ma c’è anche una forte componente
mentale: un po’ perché del perdersi della mente si parla e un po’ perché non è una cosa che accade veramente ma la
sublimazione, in un sogno, di questo desiderio.
LETTERA A PAPA FRANCESCO I
Nel suo libro Lettere a nessuno Antonio Moresco scrive una lettera a Papa Ratzinger chiedendogli di scogliere la Chiesa
Cattolica. Quando ho letto quelle parole sono rimasto impressionato dal fatto che affrontassero temi che sentivo molto
vicini in un’ottica che non avevo mai considerato e con la quale da subito mi sono sentito in sintonia.
Ho iniziato a comporre la musica sul testo del libro sforzandomi di toccarlo il meno possibile e con la paura di come Moresco avrebbe preso la cosa.
Una volta finito, tramite conoscenze comuni e senza troppe aspettative, gli ho spedito il provino della canzone e una copia de Il mondo è come te lo metti in testa.
Dopo qualche giorno mi ha telefonato: il disco gli era piaciuto, la canzone no.
Però gli andava di lavorarci: mi ha mandato un altro testo, ho riscritto la musica, e la canzone è diventata quello che ora è.
PIRATI
Alcune persone sono legate da invisibili fili dei quali non siamo consapevoli.
Che a volte si esplicano, ma chi sa da quanto erano lì.
Non sono sicuro di quello in cui credo ma l’idea di essere stati e di poter essere altro al di là del tempo e dello spazio
che percepiamo di solito è come minimo una bellissima e dolcissima idea.
Pirati parla di questo.
È la mia Who am I.
L’ho scritta dopo Natale e ci ho messo un sacco di tempo.
È stato il pezzo più difficile da scrivere e quello con cui ho avuto il rapporto più bello.
Quando ho capito che era finita e dovevo passarla a Marco è stato come separarsi da una persona.
È un brano di cui fino all’ultimo non sapevo cosa pensare: era così difficile da suonare dall’inizio alla fine che ho dovuto
registrare tutto l’arrangiamento con la paura di stare perdendo solo del tempo prima di capire che in effetti il pezzo stava in piedi.
Marco ha avuto l’idea di riproporre in questa canzone il double quartet del disco Free Jazz di Ornette Coleman: due band suonano il pezzo contemporaneamente, una si sente nel canale stereo di destra e una in quello di sinistra.
ALIENO!
Una sera, chiacchierando, un’amica di Napoli disse che nel caso di un faccia a faccia con un extraterrestre non ci
sarebbe stato di che preoccuparsi poiché l’alienità e quindi l’eventuale spavento sarebbero stati reciproci.
Sottolineò il concetto con la frase con cui la canzone inizia (e con cui lei consigliava di esordire nell’incontro).
Come saprà chiunque si sia trovato a perdersi per qualche minuto sull’argomento, mi è successo nel corso di sedute di
puro cazzeggio di passare molto velocemente dagli alieni ai massoni a mille altre cose misteriose.
Il complottismo mi affascina, innanzitutto come passatempo, ed è stato un discreto passatempo nel periodo in cui scrivevo il disco. La canzone è fondamentalmente un gioco e una fotografia di questi momenti. Per essere sicuri di non
essere presi troppo sul serio abbiamo deciso di ‘tagliarla’ bruscamente: in realtà prosegue, con lo stesso mantra,
sostituendo ad “Alieno” prima “Massone” e poi “Bildenberg”.
CONVERSAZIONE CON MARCO SUI DESTINI DELL’UMANITA’
Ho iniziato a scriverla dopo una discussione con un amico.
Non ero soddisfatto di come avevo detto la mia e, come capita spesso, una volta rimasto solo mi è apparso chiaramente tutto quello che avrei dovuto dire quindi ho ricominciato a ‘parlare’ con il mio amico con il vantaggio che non era più lì a controbattere.
Credo che sia più difficile di prima per chi fa il mio mestiere confrontarsi nella scrittura con ciò che non è strettamente
privato. Da una parte perché ci vuole molta preparazione e dall’altra perché un certo tipo di retorica è stato fagocitato
proprio da ciò di cui era antagonista, nel corso di un processo che ha svuotato di senso molte parole.
Avere quindi un approccio privato (una conversazione) piuttosto che ‘ufficiale’ e parlare del Diavolo invece che del Capitalismo mi è sembrato un modo per provare a schivare questi ostacoli e parlare di cose che mi stanno a cuore e di cui mi sta a cuore parlare.
Non sono ancora riuscito a convincere nessuno che questo è il mio primo pezzo hip-hop.
IL PILOTA È VIVO
È la canzone del disco che più ho scritto per me, ragion per cui non riesco a parlarne più di tanto.
È una canzone contro la Morte ma non contro la Morte in sé piuttosto contro il modo in cui siamo abituati a vivere la
Morte.
Diciamo che il punto di vista è di voler essere amici della Morte.
HAI MESSO IN CINTA UNA SCEMA
Può capitare.
Poteva andare diversamente, ma la vita è fatta anche di casualità e di incidenti.
Non avevo assolutamente intenzione di far diventare questo pezzo qualcosa di ufficiale: l’ho scritta per gioco. Poi ho
cominciato a farla sentire agli amici e ridevano, l’ho fatta a qualche concerto e gli ascoltatori ridevano, e soprattutto
nessuno è mai venuto a dirmi quanto fossi una brutta persona a raccontare in questi toni una cosa così tragica.
Per questi motivi è finita in questo disco con cui in realtà ha poco a che fare se non il fatto di rappresentare una parte
di me che effettivamente esiste.
TUTTO L’UNIVERSO
L’Uomo, nel senso de L’Umanità, vista come fosse un bambino, con Dio come padre e la Terra come madre, che cresce,
impara le prime cose, inizialmente è goffo, poi ha i timori del bambino, cresce, litiga con i genitori, … si fa la sua Storia.
È l’ultima canzone che ho scritto per questo disco. C’entrano il
Libro Rosso di C. J. Jung, il fatto che ho compiuto i famosi anni di Cristo, e il fatto di essere (spero non esattamente) nel mezzo del cammino della mia vita.
Sono curioso di come proverò a far stare in piedi anche tra venti anni il parallelo tra la mia esistenza e la storia dell’Uomo.
EVA
Nasce da Il diario di Eva di Mark Twain, un libro che racconta – sotto forma di diario – i primi giorni di Eva nel Paradiso Terrestre.
È la prima canzone che ho scritto per questo disco e quando l’ho scritta non pensavo nemmeno al disco: la mia idea
era fare un Ep completamente dedicato al libro di Twain.
Tra i vari esperimenti fatti sul tema è sopravvissuta questa canzone dove Eva, oramai scacciata dal Paradiso Terrestre, si
confronta con una vita che nel bene e nel male è simile a quella di tutti noi.
HANNO DETTO DI LUI
VENERDI DI REPUBBLICA
…racconta un universo personale (e mentale) disastrato e ama passare da bizzarre filastrocche a dubbi inquietanti.
Specchio di una confusione che è quella dei nostri tempi. (Luca Valtorta)
FATTO QUOTIDIANO
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/11/06/giovanni-truppi-un-pop-da-mettersi-in-testa/766758/ (Enrico DeRegibus
e Fabrizio Galassi)
MUCCHIO SELVAGGIO
Trasformismi resi omogenei da un’attitudine giocosa. Una voglia post-moderna, post-indie, post-tutto, di giocare senza
preconcetti con la canzone d’autore d’ogni epoca, in un ventaglio personalissimo di declinazioni. (Gianluca Veltri)
BLOW UP
Chi ancora scava la Penisola alla ricerca di scrittori di canzoni, potrebbe essere lieto di fare la conoscenza dei due me
titolari di questo disco. (Marco Ricompensa)
BIO
Giovanni Truppi è nato a Napoli nel 1981.
Ha pubblicato due dischi:
C’è un me dentro di me (CinicoDisincanto/CNI 2010) e
Il mondo è come te lo metti in testa
(IMiracoli-JabaJabaMusic/Audioglobe 2013).
Più di cento concerti in meno di due anni sono i numeri del tour del suo ultimo disco, un crescendo esponenziale dovuto soprattutto al passaparola tra pubblico e addetti ai lavori ed al magnetismo dei suoi live, che lo ha portato a calcare con i suoi set in solo voce e chitarra elettrica palchi come il Carroponte (in apertura a Marta Sui Tubi), l’Alcatraz (in apertura a The Zen Circus) o il Primo Maggio di Taranto.
Cantante, chitarrista e pianista come pochi, negli anni la musica di Truppi è stata accostata dai critici agli artisti più disparati (da Jeff Buckley a Giorgio Gaber, da Paolo Conte a Lou Reed) probabilmente per cercare di prendere le misure ad un talento compositivo e performativo completamente inedito nel panorama italiano, che non è riconducibile a nessuna ‘scuola’ pur mostrando di averne digerite molte e che fa della trasversalità e della felice convivenza di opposti uno dei propri tratti distintivi.
Rock, avanguardia, e canzone d’autore; poesia e ironia, potenza espressiva e leggerezza, complessità e ingenuità sono i poli attraverso i quali si muovono le sue canzoni.
GIOVANNI TRUPPI
(Woodworm/Audioglobe 2015) è il suo terzo disco