È un’applicazione antidisciplinare, un’applicazione di pensieri prodotti dall’esperienza del viaggio, di quell’esperienza è l’estensione ad una forma assembleare di cui le parole sono lo strumento musicale, il suono dei concetti.
Questa ipotesi di assemblea ricerca un’alternativa all’ingabbiamento liberista che trasforma il desiderare l’appartenenza ad una vita felice in un’ovvietà per la quale è possibile limitare i diritti degli esseri umani di tutto il mondo. Per questa rappresentazione l’esperienza personale è la miglior fonte d’informazione per l’agire degli attori e per l’immaginazione scenotecnica ma della rappresentazione non è la verità costitutiva.
L’azione si svolge in una strada di Šuto Orizari, Municipalità del Comune di Skopje (Macedonia). Šuto Orizari è l’unica Municipalità al mondo in cui i rom, essendo la maggioranza, si autogovernano. In scena, un alto cancello bianco in ferro battuto separa Kadené Rustem, seduta su una seggiola in plastica, da un giovane antropologo e la sua traduttrice. Dall’altra parte della scena Amal ed Elvis ballano ininterrottamente, con trepida emozione e malcelato imbarazzo, una danza nuziale.
Comune Spazio Problematico racconta di un viaggio, di una vita, di molte altre “OpenOptions”.
Teatrino Clandestino crea e produce gesti performativi e nuova drammaturgia. La compagnia, diretta da Fiorenza Menni, opera in continua evoluzione formale ed estetica in relazione alla progressiva espansione dell’orizzonte contenutistico di applicazione. Il nome di Teatrino Clandestino è da due anni legato al Sì: teatro storico di Bologna, atelier creativo, luogo di ospitalità per artisti in produzione, recettore di possibilità, fucina di progetti per la città.
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