La programmazione è sospesa perché l’Angelo Mai è sotto sequestro per associazione a delinquere. Capiamo il perché
Julien: Ma io non prendo nessuna decisione
Spinoza: L’hai presa, invece. E da tempo. Cosa significa essere stati per tre mesi senza parlare, senza mangiare, senza dormire, senza sognare, senza morire?
Julien: Eh! Forse sparire.
(Porcile, P.P. Pasolini)
Esserci ma come esserci, questo è oggi uno dei problemi.
Liberamente ispirato a un racconto di Haruki Murakami, lo spettacolo racconta di una certa ‘X’, la cui vita, scandita da tempi molto regolari e al sicuro da imprevisti, viene a un tratto scombussolata da una vicenda apparentemente insignificante e senza un immediato legame con le sue abitudini: ‘Y’ scompare dalla città.
‘X’ è Susanna, una donna che condivide con il pubblico, in modo quasi cabarettisco, l’enigma della scomparsa misteriosa che l’ha sconvolta. ‘Y’ non è subito svelato… Solo dopo alcuni quadri si scopre che a essere scomparso è…
I personaggi di Murakami (…) hanno tutti un identico codice, l’accettazione del disordine, e la stessa manchevolezza, la fragilità della ragione. A casa, nei loro interni urbanizzati, si muovono come pesci in un acquario […] come scossi, spaventati da questioni troppo grandi […] La fantasia dello scrittore si muove fra minimalismo e simbolismo in chiave postmoderna, per ricreare con fantastica precisione quei momenti dell’esistenza in cui tutto, con stupore e trepidazione, può realisticamente accadere. (Antonietta Pastore)
Il mio interesse per questo scrittore nasce proprio dalla sua capacità di cogliere e descrivere un universo bizzarro, fatto di situazioni al limite della normalità, dalla sua bravura nel riuscire a mantenere l’enigma di questo stesso limite o confine, senza trarne facili conclusioni.
Nella scrittura di Murakami è sotteso un interrogativo semplice e insolubile: che cos’è la normalità? Ed è proprio a essa che è necessario ambire?
In che maniera rendere questa umanità tenera ed eccentrica, senza cadere in un giudizio morale o psicologico? In che modo restituire teatralmente la progressione minuziosa delle descrizioni dello scrittore?
Credo che uno dei compiti importanti di uno scrittore sia attivare quel territorio dello spirito che nella vita quotidiana non viene usato. […] E attraverso quel passaggio segreto che siamo riusciti ad aprire, possiamo mettere piede in un mondo che non siamo abituati avedere. (H. M.)
Tra flashback e sospensioni, la protagonista di Qualsiasi cosa mai si muove fra un tempo interno della memoria e del dubbio e uno quotidiano fatto di pragmatismo e doveri. Suono e musica, prodotti dal vivo con voce e dispositivi elettronici, danno corpo ai diversi livelli ed entrano in rapporto in modo serrato con le dinamiche sceniche.
Interrogativi e confessioni dirette al pubblico si alternano a dialoghi con il musicista, amico-attore. Il rapporto tempo-spazio-gesto-suono tende ad evocare più che a dire o svelare. Una gestualità allusiva, che porta significati diversi dalla parola e tenta di corrispondere agli enigmi della scrittura di Murakami. Pochi elementi scenici, luci, ombre e proiezione di immagini, lasciano sempre labile il confine fra reale e irreale, fra normalità e anormalità.