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HAMLET PUPPET UNO SPETTACOLO DI BALLETTO CIVILE/BLUEMOTION

giovedì 3 Novembre
21:00
10eu

2 3 4 novembre  h 21.00

BALLETTO CIVILE/BLUEMOTION

presentano

HAMLET PUPPET

di e con Michela Lucenti
e con Michele Calcari
immagini Giorgina Pi
musiche originali Paolo Spaccamonti
disegno sonoro Tiziano Scali / Paolo Panella
supervisione Valerio Vigliar
disegno luci Andrea Gallo
assistente alla creazione Maurizio Camilli
coproduzione  Balletto Civile – Bluemotion/Angelo Mai – Blucinque
in collaborazione con Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale
con il sostegno di MIC
foto di Andrea Macchia

In questa coraggiosa sperimentazione, prende vita una ballad-perfomance sulle vicende di Amleto. Tra danza, musica e parola, l’ambiguità dello Spettro riflette la confusione generale di tutti i personaggi. Quando lo Spettro arriva è come un diavolo, che dal suo podio radiofonico descrive l’orrendo tradimento in frammenti di monologo tramutati nei refrain di un cupo disco à la Nick Cave.

Lo spettacolo dalla forte impronta musicale nasce dall’incontro artistico tra Michela Lucenti, Paolo Spaccamonti, Giorgina Pi e Valerio Vigliar.

Una ballad-perfomance sulle vicende dell’Amleto viste con lo sguardo dello Spettro del padre. Il suo famoso monologo – alla fine del primo atto – viene indagato decostruito e ri-assemblato. Le rivelazioni che il fantasma del vecchio Re fa a suo figlio sono il motore di tutta la trama. Ricompare più volte nel corso della tragedia, riempie di terrore chi lo incontra, inizialmente viene scambiato per un’illusione, un sinistro presagio, fonte di diverse interpretazioni da parte di quelli che lo hanno incrociato. L’ambiguità della sua apparizione riflette la confusione generale del giovane principe e di tutti i personaggi. Amleto sa che il fantasma di suo padre si aggira tra le nebbie di Elsinore, aspetta, danza in maniera ossessiva, frammentata, sta di guardia con la speranza che lo spettro riappaia, e quando arriva è come un diavolo in carne e ossa di ritorno dalla tomba, che dal suo podio radiofonico gli descrive il tradimento dello zio e della madre, il suo girovagare per la terra, senza pace. Snocciola pezzi di monologo che diventano dei refrain semplici dentro una musica istintiva come un disco alla Nik Cave con qualcosa che alla fine rimane in testa. Lo spirito chiederà al giovane principe di seguirlo e vendicarlo. Che cosa vuol dire vendicare un padre? Amleto, a sua volta fantasma di se stesso, è un fantoccio del teatro, ectoplasma e figura esistenziale per eccellenza. Uno spaventapasseri che prende vita e guarda il mondo, da un nuovo punto di vista. Cerca di capire qual’è la sua eredità. Il peso dei padri non ricade su ognuno di noi? Siamo orfani in questo occidente senza eredi. E quante volte ci chiediamo se sia meglio essere o non essere, forse dormire… mio padre riflesso nell’occhio della mia mente… immagini inconsce e surrealiste, fotogrammi associati per analogie di confine tra veglia e sonno, ritagliate nel bianco e nero di specchi e geometrie che amplificano e avvolgono questo padre/donna, perso fantasma della normalità. Una performance che unisce immagini video, musica, canto, recitazione e danza, fuse insieme e tese a un medesimo scopo: riflettere sull’essenza della vita e dell’arte, sul senso dell’ essere eredi. Un’installazione avvolta da unasonicsphere, generato dalle distorsioni elettriche di una chitarra-cardiogramma, pulsazioni, un flusso continuo di suono dal quale nascono delle songs, che diventano dei ritornelli che si fissano nella testa dello spettatore. Se questa mia troppo solida carne potesse sciogliersi in rugiada… come insipidi e inutili mi appaiono le piatte convenzioni di questo mondo… Anche questa volta si partirà dal vuoto, il corpo e il suono nel vuoto. Essere o non essere, è ancora questo il problema?

ingresso 10 euro + tessera arci
per info e prenotazioni prenotazioni@angelomai.org