7 – 10 novembre
RESIDENZA CREATIVA per le_Cerbottane
Nasce il Partito comunista d’Italia della Terza Internazionale.
Nasce a Livorno da una scissione, da un teatro a un altro teatro: dal XVII congresso socialista al Teatro Goldoni verso il primo congresso comunista al Teatro S. Marco.
Nasce da diverse correnti e diversi leader come partito rivoluzionario, in netta contrapposizione con la linea politica del Partito socialista.
Nel 1926 viene sciolto dalle leggi speciali fasciste e inizia a operare in clandestinità, avendo un ruolo centrale nella lotta al nazifascismo, per poi diventare dopo la Liberazione uno dei partiti principali dell’Italia repubblicana.
Il più grande partito comunista d’Europa.
Ma al di là delle date, dei proclami e delle sue figure di spicco, al di là delle sue contraddizioni e ambiguità, dei suoi successi e fallimenti, il PCI e nato con la spinta profonda di una visione di un mondo nuovo fatto di ideali di solidarietà, giustizia e uguaglianza, per una nuova umanità libera da ricatti e sfruttamento.
Grazie a questo slancio e nato e cresciuto nel corso del novecento, convogliando attorno a sé una grande comunità di uomini e donne di ogni classe, età e provenienza.
Nato da una scissione e stato capace di aggregare persone così diverse che lo descrivono come “una scuola di vita e formazione morale”, un “punto di riferimento”, “un luogo di vita vissuta davvero”, questo almeno fino alla fine degli anni ottanta.
Laura e Francesca sono due bambine di 8 e 10 anni.
Laura quando ha occasione spiega ai cugini più grandi perché non voterebbe mai per i socialisti di Craxi, mentre Francesca non comprende perché per nonno Nazzareno lei sia solo “bella di nonno” mentre suo cugino venga già chiamato “compagno” anche se e appena nato.
Le loro famiglie sono comuniste, iscritte al PCI, sostenitrici di iniziative e battaglie civili, in due città molto differenti tra loro per militanza politica e sociale: Bologna e Roma.
In qualche modo anche Laura e Francesca sentono di essere del PCI pur non potendo ancora votare o tesserarsi. Ma dopotutto a casa fatti personali e privati si intrecciano costantemente con gli avvenimenti storici e politici del Partito.
La loro vita, tra cultura pop anni ottanta e militanza politica, e fatta di tentativi di emulazione delle ballerine televisive, prime manifestazioni, cartoni animati di Canale 5, discorsi difficili (e noiosi) degli adulti, beghe a scuola, feste dell’Unità, desiderio che il PCI vinca alle elezioni e che Babbo Natale porti il Pisolone, riviste di gossip lette di nascosto e il telegiornale da guardare tutti insieme, tra l’ossequiosità verso gli uomini del partito e le prime consapevolezze femministe.
Una vita che, nonostante un certo rigore morale e varie contraddizioni, piace a entrambe.
Il crollo del muro di Berlino e a seguire la svolta della Bolognina, segnano un momento di forte confusione e vulnerabilità degli adulti.
Questo smarrimento fa percepire alle due bambine la fine imminente di “un qualcosa” a cui si sentono di appartenere.Arrivate sul finire del racconto, verso l’imbrunire, Laura e Francesca guardano la fine del partito, della storia e del secolo. Provano a ricostruire quei giorni cruciali come un diario, vogliono rimettere tutto in ordine: procedono per date, immagini personali e storiche, estratti di programmi televisivi, film, telegiornali, avvenimenti, emozioni. È necessario scrivere un diario collettivo, dove più voci possano raccontare questa storia.Ed e proprio di queste storie, voci e punti di vista che si arricchisce la narrazione, per ricostruire un racconto polifonico e sfaccettato, che dia pari valore a tutte le persone che l’hanno reso possibile.
Non tanto i dirigenti dunque, ma soprattutto le voci marginali che non trovano spazio nei libri di Storia ma che hanno una loro storia da raccontare.
Nessuna nostalgia di un passato ormai lontano, ma diversi conti in sospeso che il gioco teatrale può permetterci, finalmente, di affrontare.
Francesca Romana Di Santo nasce a Roma nel 1979, e attrice e autrice. Ha lavorato in teatro con diversə registə, Marta Gilmore, Federico Vigorito, Irene Papas, Maurizio Panici, Stefano Genovese, Andrea Collavino. Ha insegnato per molti anni teatro a bambinə e adolescenti e si e dedicata alla scrittura scenica con la drammaturgia di Bombe di carta liberamente ispirato all’epistolario tra Virginia Woolf e Vita Sackville-West, Io, Cassandra un monologo dove i desideri dell’ autrice e interprete si mescolano a quelli di Cassandra di Christa Wolf e la scrittura collettiva Tutto il nostro folle amore con il collettivo artistico nato dentro il Teatro Valle Occupato. Vive tra Roma e Orléans, dove fa parte della compagnia teatrale francese Collectif 36bis e lavora al progetto Orlando – une série théâtrale, ispirato a Virginia Woolf con la compagnia Serres Chaudes. Scrive articoli per LetterateMagazine. Ha pubblicato il racconto Rosina nella raccolta Prisma di frammenti della casa editrice Vita Activa nel 2021, e il racconto La festa nell’antologia Parole in cammino della casa editrice Giulio Perrone Editore sempre nel 2021.
Laura Pizzirani nasce a Bologna nel 1981, ed e attrice e autrice. Ha lavorato con compagnie teatrali come Teatrino Clandestino, Bluemotion, Ateliersi, Motus, Fanny&Alexander, Teddy Bear Company e con artistə visivə come Nico Vascellari, Clemens von Wedemeyer e Maya Schweizer. Come attrice e autrice ha lavorato ne l’abitacolo assieme a Martina Bosi, vincendo il premio Migliore Interpretazione al Festival Donna Mostra Donna di Frascati (RM), in Long Playing di KomaKino e nel progetto di scrittura scenica Tutto il nostro Folle Amore con il collettivo artistico omonimo nato al Teatro Valle Occupato. Ha lavorato al cinema e in televisione: e tra i personaggi principali de L’Uomo che verrà di Giorgio Diritti e nel film Volevo Nascondermi. Ha partecipato a The Tale of Tales e Dogman di Matteo Garrone e lavorato con Stefano Mordini (Lasciami Andare), Francesco Munzi (Anime Nere), Wilma Labate (Qualcosa di Noi), Berardo Carboni (Youtopia) e Germano Maccioni (Gli Asteroidi) e in serie televisive dirette da Alexis Sweet, Liliana Cavani e Michele Soavi. Da gennaio 2020 ha iniziato la formazione per autori presso Bottega Finzioni (BO), seguendo ilCorso per autori di produzioni audiovisive e multimediali per bambini e ragazzi. Dopo il secondo anno di corso avanzato e stata selezionata infine nel gruppo di Bottega Studio e prosegue la sua ricerca come autrice per il teatro e l’audiovisivo.