Musicista conosciuto e apprezzato in tutto il mondo, Baba Sissoko ha scelto dal 1998 la Calabria come patria adottiva; da allora, con malcelato orgoglio, ama definirsi “un autentico afro-calabrese”.
Già al fianco di Youssou N’Dour, Oumou Sangare, Buena Vista Social Club e Art Ensemble Of Chicago, comincia a suonare il tamburo parlante tamani da bambino, accompagnando nei villaggi rurali suo nonno, per più di quarant’anni capo dei griot del Mali, l’antica casta dei cantastorie mandingo: biblioteca vivente, guardiano della memoria collettiva, radio e televisione ante-litteram.
Per la festa di chiusura stagionale di Afrodisia@AngeloMai, Baba presenterà in anteprima nazionale il suo nuovo disco “African Griot Blues” (distr. Goodfellas), che è la quintessenza di quel retaggio culturale: dalla perpetuazione della tradizione orale, dunque, all’utilizzo dell’antico idioma blues; una musica dalla struttura ripetitiva e ipnotica, propria del Mali, che da quelle parti chiamano Amandran. Un excursus virtuoso e appassionato alle radici di un linguaggio secolare che da sempre dialoga senza paura e pregiudizi con l’altro da sé. Un viaggio acustico, rigoroso, per certi versi radicale, che possiede la capacità d’arrivare dritto al cuore di chi ascolta, forte di una capacità espressiva senza eguali e una sincerità assoluta.