La pochezza – voce e percussioni – è un bisogno di vuoto ma anche una personale rappresentazione del mondo e della musica. Anche nell’improvvisazione sonora, il disegno. Nel contrasto dei temi, il sistema; perché viva il corpo sonoro nato da due individui e dalla loro pratica scenica. Il dialogo non è solo mediazione o dialettica ma intesa, stesso respiro, volto a cercare una forma comune.
Il tema che ci ha guidati è quello dell’Identità come stratificazione di vite e memorie. Perciò compaiono materiali provenienti da poesia e musica tradizionali, dalla musica colta e popolare, insieme a suggestioni letterarie e composizioni estemporanee come sospensioni o risposte in relazione all’insieme. Questo è costituito da una serie di blocchi improvvisati in cui si inseriscono e a cui si accostano frammenti, temi e brani composti autonomi.
I testi e le composizioni si sono comportati come le figure in un dramma, quindi possono comparire più volte e trasformarsi nei diversi blocchi. Sono come corpi da attraversare, svelare o tenere in ombra. Come nelle tradizioni popolari, il testo è scansione di sillabe, portatore e sintetizzatore di ritmo e senso, in relazione oscura tra narrazione e mistero del suono.
“siamo di fronte ad un vero e proprio capolavoro.” Andrea Ferraris, www.sodapop.it
“Un gran duo, questo Scarnoduo” Girolamo de Simone, alias (il manifesto)
“Je suis sans voix, entièrement conquis par ce disque, réduit à l’état de petit tas informe de plaisir consumé.” François Couture, Monsieur Délire, blog.monsieurdelire.com/
“Scarnoduo rende giustizia, e valorizza finalmente nella pienezza delle loro possibilità, a due grandi talenti che in passato erano stati troppo spesso confinati nel ruolo di preziosi comprimari nell’ambito di progetti altrui.” e.g., www.sands-zine.com
“This multifarious recording is pure euphoria and a fantastic discovery.” Mark Corroto, www.allaboutjazz.com
“Tamburi, voce, parole, connubio che sa di ancestrale, che riporta all’origine della vita, ma è anche moderna Torre di Babele nella quale linguaggi diversi diventano universali, la tradizione si fa avanguardia, musica colta ed estemporaneità diventano frammenti di un affresco tanto minimalista nell’approccio quanto imponente nel risultato.” Vincenzo Roggiero, All about Jazz Italia