La programmazione è sospesa perché l’Angelo Mai è sotto sequestro per associazione a delinquere. Capiamo il perché
Tornano i Massimo Volume per presentare il loro ultimo album “Aspettando i barbari”: un disco duro, compatto, volutamente autarchico, calato con forza nell’ambiguità del presente.
Due sorelle si abbracciano in quello che una volta si sarebbe definito un interno borghese. Una ha il capo riverso sulla spalla dell’altra, gli occhi chiusi, l’atteggiamento di totale abbandono. La sorella la tiene stretta a sé, protettiva. Ha lo sguardo vigile, come se fosse stata attratta di colpo da un rumore, da qualcosa che fra un attimo spezzerà l’intimità della scena. Aspettando i barbari si riflette bene nel quadro di copertina di Ryan Mendoza.
Lo sguardo privato di brani come La cena, La notte, Silvia Camagni, Da dove sono stato pare invaso da un’inquietudine incombente, che porta con sé echi di guerra e di distruzione e che si impone in tutta la sua durezza in Compound, Aspettando i barbari e Il nemico avanza, mentre oltre le imposte della stanza si agitano i fantasmi di Buckminster Fuller e di Vic Chesnutt, di John Cage e di Danilo Dolci, a ricordarci che il mondo è utopia e possibilità, il sale della vita.
Musicalmente una svolta netta rispetto al suono caldo, rigidamente analogico di Cattive abitudini.
La trama elettrica si infittisce adesso di venature elettroniche, le ritmiche si sovrappongono, a dipingere un paesaggio pietroso, dagli spigoli netti e i confini incerti.
Il risultato è un disco duro, compatto, volutamente autarchico, calato con forza nell’ambiguità del presente.
Massimo Volume sono
Vittoria Burattini: batteria, percussioni, voce
Emidio Clementi: voce e testo, bassi, sintetizzatore
Stefano Pilia: chitarre, bassi, sintetizzatori
Egle Sommacal: chitarre, voce