Quintetto/sestetto che si confronta con le composizioni di Steve Lacy cercando di scoprire nuovi percorsi per attraversare, vivere e far rivivere questa musica. Formazione dall’organico strumentale molto particolare, il gruppo riunisce forti personalità del jazz di ricerca e della musica improvvisata e si caratterizza per un uso lucido e trasparente dell’improvvisazione collettiva.
“Music speaks for itself, and needs no explanation or justification, either it is alive, or it is not” (Steve Lacy)
Steve Lacy (1934–2004) ha attraversato un arco di storia del jazz che va dal dixieland di Henry “Red” Allen al Kansas City di Buck Clayton passando poi per l’avanguardia di Cecil Taylor. Profondo debitore di Duke Ellington, ha scavato ininterrottamente nella musica di Thelonius Monk per l’intera carriera. Oltre che con un numero sterminato di musicisti, ha collaborato anche con ballerini, poeti, scrittori, scultori e attori, tra i quali Gil Evans, Misha Mengelberg, Masahiko Togashi, Shiro Daimon e Brion Gysin. Ha fornito un contributo imprescindibile alla storia del sassofono soprano e ha caratterizzato la propria produzione come compositore nel campo da lui stesso definito lit-jazz, la trasformazione in jazz-song di testi di alto spessore letterario.