FANNY & ALEXANDER KRIMINAL TANGO con Marco Cavalcoli e con l’Orchestrina Bluemotion: pianoforte e Mellotron Andrea Pesce contrabbasso Francesco Redig de Campos batteria Cristiano De Fabritiis e con la partecipazione di Chiara Lagani ideazione Luigi De Angelis e Chiara Lagani drammaturgia e costumi Chiara Lagani progetto sonoro Luigi De Angelis e Andrea Pesce regia Luigi De Angelis organizzazione e logistica Fabio Sbaraglia amministrazione Debora Pazienza produzione E / Fanny & Alexander col sostegno di Angelo Mai si ringraziano Giorgina Pilozzi, Gianluca Falaschi, Nicola Fagnani, Paola Granato, Kinkaleri Kriminal Tango è in primo luogo un omaggio al grande Fred Buscaglione, uno dei più popolari swingman degli anni ’50. Dalle sue belle canzoni, scritte dal poeta e paroliere Leo Chiosso, emerge un ritratto dell’Italia di quegli anni: un paese appena uscito dalla guerra, alle prese con la ricostruzione e contagiato dalla febbre del boom economico. La sua icona è stata per la prima volta rievocata proprio nel luogo in cui a Torino era solito esibirsi: Le Roi Music Hall, ex Lutrario, progettato da Carlo Mollino. Ma questo concerto è anche, per Fanny & Alexander, il primo studio epifania di un nuovo personaggio, il protagonista del futuro Discorso Verde, dedicato all’economia. Personaggio metamorfico: latin lover, un poco gangster, un poco amabile spaccone, scialacquatore e prodigo, ma anche avido e taccagno. Duro e furbo, “povero milionario”, guardia e ladro, cinico e romantico, lucido sognatore. In un cortocircuito paradossale tra passato e futuro in lui rivivono fantasmi familiari della nostra storia, ma anche simboli immortali del mondo della celluloide. Archetipo di un certo stereotipo maschile italiano, il nostro è emblema del duro dai sogni esotici e dal sapore un po’ “crime”: l’America dei gangster, il whisky facile, le femmes fatales… I testi del suo concerto da avanspettacolo, riscritti nella seconda parte del concerto sul filo teso del rispecchiamento tra le letterature “di genere” e la realtà, diventano una sorta di mostruoso manifesto, a tratti emblematico, di alcuni simboli dell’epoca sopravvissuti ai nostri tempi. Ma c’è anche l’intima contraddizione di un personaggio la cui storia in versi diventa una sorta di maledizione, che lo imprigiona e al contempo lo redime, dando vita al più straniato dei concerti. Discorso in musica sugli archetipi di ricchezza e povertà, arte e vita, sospeso tra mito, storia e sogno.