NON NORMALE, NON RASSICURANTE. PROGETTO CARYL CHURCHILL | mise-en-espace
25 febbraio 2015 ➢ ore 20.30 L’amore del cuore mise en espace a cura de lacasadargilla con Sylvia De Fanti, Tania Garribba, Lorenzo La Posta, Alice Palazzi, Francesco Villano regia di Lisa Natoli ➢ ore 22.30 Caffettiera blu mise en espace a cura di Bluemotion con Sylvia De Fanti, Mauro Milone, Aglaia Mora, Laura Pizzirani, Simona Senzacqua, Francesco Villano regia di Giorgina Pi Angelo Mai Via delle Terme di Caracalla 55a Roma L’iniziativa è promossa dalla Società Italiana delle Letterate Altrove riconosciuta come drammaturga di prima grandezza, Caryl Churchill rimane in Italia scandalosamente poco nota al grande pubblico, ma apprezzata – verrebbe da dire, appassionatamente – da chi ama, studia, pratica il teatro. Perché – per riprendere il titolo di un suo breve articolo, scritto quando era poco più che ventenne – è un teatro “non normale, non rassicurante”, che pone sempre nuove domande e apre nuove strade; un teatro che vuole essere, ed è, insieme poetico e politico. ABBASTANZA SBRONZO DA DIRE TI AMO? comincia come una semplice per quanto tormentata storia d’amore tra un uomo aggressivamente carismatico, Sam, e un altro uomo, Guy, che nell’alcool – Abbastanza sbronzo da dire ti amo?– trova infine il coraggio di lasciare per lui moglie e figli, irresistibilmente sedotto malgrado sensi di colpa e tentazioni di ripensamento. È una storia d’amore un po’ sadomasochista di cui riconosciamo i tratti di felicità e solitudine, le crisi e le momentanee separazioni, tutte le dinamiche di complicità e conflitto di tanti rapporti di coppia, etero o gay che siano. Ma è anche una riflessione ferocemente critica sull’espansionismo statunitense e sul rapporto di amore/odio che lega tante persone a quel paese. L’AMORE DEL CUORE e CAFFETTIERA BLU sono i due atti unici del testo Cuore Blu e si incentrano uno sull’attesa e l’altro sull’inganno. In L’amore del cuore una famiglia –i genitori Alice e Brian, la zia Maisie, il fratello Lewis – attende il ritorno dall’Australia della figlia maggiore Susy; in Caffettiera blu un truffatore mente a diverse donne di mezza età fingendo di essere il figlio dato in adozione appena nato. Piccole storie, che una consumata e inventiva manipolazione del linguaggio e della macchina teatrale trasforma in parabole complesse: sulla futilità dell’esistenza, sulle aporie della comunicazione, sulla natura costruita e fragile di un soggetto non più concepibile come unificato e coerente. Le identità dei personaggi si disintegrano insieme alle convenzioni e alle aspettative spettatoriali, in un gioco di “distruzione” che revivifica l’idea stessa di teatro. SETTE BAMBINE EBREE – Un dramma per Gaza- Tra fine 2008 e inizio 2009 la cosiddetta “Operazione Piombo Fuso” ha visto un violento attacco alla Striscia di Gaza, con bombardamenti aerei e poi con mezzi di terra e la penetrazione in territorio palestinese di forze israeliane. Quando esse si ritirarono, Gaza appariva un campo di rovine: tra 1166 e 1417 i morti, milleottocento i bambini feriti; distrutte abitazioni civili, edifici commerciali e pubblici, interi quartieri rasi al suolo; gravemente danneggiate le infrastrutture essenziali. Turbata e indignata Churchill scrisse questo breve testo, ora disponibile in rete a chiunque voglia rappresentarlo, senza pagamento di diritti, con la sola condizione che si faccia una sottoscrizione a favore di Medical Aid for Palestinians. Sette bambine ebree nasce dunque a caldo, per rispondere all’emozione umana e politica di un evento sanguinoso; “è un dramma ‘per’ Gaza, non a proposito di Gaza, pregnante di rabbia, empatia e condanna, e dunque ancor più stupisce “il modo incredibilmente economico e distillato” la compressione lucidamente poetica con cui Churchill tratta argomenti dolorosi e complessi. Paola Bono ha insegnato al Dams dell’Università Roma Tre. Affascinata dalle trasformazioni di storie, temi, figure attraverso diversi mezzi espressivi e attraverso secoli e culture, appassionata di teatro, letteratura e didattica, attiva nel femminismo italiano e internazionale, cerca sempre di tenere insieme i suoi diversi amori. Dunque ha partecipato alla fondazione della Società Italiana delle Letterate, di cui è stata la prima presidente; ha introdotto le riscritture di La tempesta della poeta indiana Suniti Namjoshi (Napoli, 2008); per la rivista DWFdonnawomanfemme, della cui redazione ha fatto parte per molti anni, ha curato due numeri monografici su “Mostrare il cambiamento. Donne politica spettacolo” (n. 4, 2005 e n. 1, 2006), e per lo European Journal of Women’s Studies – della cui redazione ha pure fatto parte per quindici anni – un numero su “Spectacular Women” (n. 3, 2004, insieme a Roberta Gandolfi); in Schermi elisabettiani (Roma, 2003) ha raccolto saggi di su alcuni film tratti da drammi del Cinque-Seicento inglese, a firma sua e di ex studenti; con M. Vittoria Tessitore ha scritto un ampio studio alle molte versioni de Il mito di Didone (Milano, 1998). Ha dedicato due libri, uno a sua firma e l’altro a sua cura, alle versioni cinematografiche di testi shakespeariani come film “di genere”: Il Bardo in musical (Spoleto 2009) e Amleto e Macbeth, Sfumature di noir (Spoleto 2012). I testi da cui sono tratte le mises-en-espace sono contenuti nel libro Caryl Churchill, Teatro vol. I, Editoria e Spettacolo (collana Percorsi) a cura di Paola Bono. Su Caryl Churchill: http://literature.britishcouncil.org/caryl-churchill http://www.womenwriters.net/editorials/PriceEd1.htm